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La mano sinistra del diavolo: Vol. 3 Copertina flessibile – 5 settembre 2019
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa284 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreMarsilio
- Data di pubblicazione5 settembre 2019
- Dimensioni20.2 x 2 x 13.2 cm
- ISBN-108829701912
- ISBN-13978-8829701919
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Dettagli prodotto
- Editore : Marsilio (5 settembre 2019)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 284 pagine
- ISBN-10 : 8829701912
- ISBN-13 : 978-8829701919
- Peso articolo : 160 g
- Dimensioni : 20.2 x 2 x 13.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 24,044 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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In questo terzo romanzo ci si sposta più verso la bassa padana, a Capo di Ponte Emilia, casa di Radeschi in cui, solitamente, non accade nulla, ma quando si verificano ben due eventi “particolari” nel giro di poche ore, qualcuno inizia a porsi delle domande.
Prima muore un ex partigiano e coscienza critica del paese, poi l’anziano postino trova una mano mozzata nella buca delle lettere di una casa mezzo diroccata dove, talvolta, trova riparo un barbone generalmente ricoverato in una clinica mentale poco lontano; questi fatti accadono proprio mentre Radeschi si trova in paese e, per questo motivo, vengono portati all’attenzione dei media.
Con questo romanzo, Roversi, mette in secondo piano le atmosfere metropolitane dando corpo ad un “noir” della bassa padana in cui il male si manifesta con la medesima forza ed enfasi.
Le ambientazioni, le atmosfere, i colori che Roversi ci fa percepire sono spettacolari e ben caratterizzate, tanto che ci si sente trasportati nei climi nebbiosi e nelle strade polverose di campagna; grazie all’aiuto del Brigatiere dei Carabinieri, Roversi, riesce a creare un’accoppiata con Radeschi che ti tiene legata al libro facendoti scordare la cena o il fatto che sia ora di andare a letto.
Devo dire che ho apprezzato moltissimo questo nuovo libro che è stato in grado di risvegliare la passione per questo personaggio che, con il romanzo precedente, si era un po’ assopita.
Romanzo assolutamente consigliato (meglio se letto in sequenza dopo gli altri due), cinque stelle assolutamente meritate e… pronti per il prossimo che ho già acquistato.
Da leggere con piacere.
Radeschi finalmente abbandona - ma non del tutto - Milano e il vicequestore Sebastiani, antipaticissimo, e segue le appassionanti vicende criminali del suo paese, mani mozzate e omicidi.
Il giallo nella Bassa é più...giallo.
E il brigadiere Rizzitano e il piu simpatico di tutti. Non male neppure il maresciallo Boskovic.
Bella storia di provincia che affonda le radici nella...storia, tra vecchi partigiani e vecchi fascisti.
Ancora qualche divagazione di troppo - quella sul ragú alla napoletana é insopportabole -, dialoghi un po' stucchevoli tra Radeschi, vicequestore e maresciallo, ma é il migliore dei romanzi che finora ho letto di Paolo Roversi. E che continueró a leggere.
Una stellina in meno per la banalità della frase di chiusura, che purtroppo da' anche il titolo al romanzo: l'associazione della mano sinistra con il male mi infastidisce sempre.... sarà che sono mancina....